ACQUA: FASCE TARIFFARIE DA RIVEDERE
Ogni anno il prezzo dell’acqua che ritroviamo in bolletta sale vertiginosamente, e non sempre questi aumenti sono legittimi, dato che la legge obbliga i gestori del servizio idrico ad operare ritocchi di tariffa solo quando vi sono investimenti ingenti per il miglioramento delle infrastrutture.
Investimenti e infrastrutture che, inutile dirlo, non si vedono. Basti pensare alla zona del salento, da decenni in attesa di una diga, di un invaso, di condotte e di depuratori, la cui assenza puntualmente asseta la zona, specie d’estate.
Ma la cosa che sfugge a molti e alla quale occorre mettere mano subito è la modulazione tariffaria, che vede la suddivisione in fasce prefissate, di regola 5, indipendentemente dal nucleo familiare e dal numero degli utenti.
Per spiegare meglio il concetto, facciamo un esempio valido per l’Acquedotto Pugliese: oggi il consumatore, che sia single o che invece sia una famiglia di 4 persone, paga i primi 200 litri giornalieri consumati al prezzo di circa 1,20 euro al metro cubo. Ma è ovvio che una persona che vive da sola consuma meno di 200 litri al giorno, mentre una famiglia di 4-5 membri consuma circa 600 litri al giorno. Il che significa, per i nuclei familiari, sforare non solo la prima fascia, ma giungere alla seconda, con circa 1,50 euro al metro cubo, arrivare alla terza, e si va ai 2 euro al metro cubo, ma toccare anche quarta e quinta fascia, giungendo a pagare anche 3 euro circa a metro cubo!
Come si vede, è un meccanismo infernale che premia chi consuma poco e punisce oltremodo chi consuma di più, ma senza tenere minimamente conto del numero dei consumatori presenti in quell’utenza.
E’ urgente che le aziende idriche rivedano i moduli contrattuali con le relative tariffe, rapportando il tutto al numero degli utenti e stabilendo una quota pro-capite. Per esempio, si potrebbe stabilire che il consumo medio di una persona è di 100 litri al giorno, e conseguentemente attribuire 400 litri al giorno in prima fascia per le famiglie di 4 membri, e via dicendo.
E’ una questione di equità tariffaria che occorre affrontare subito; perciò chiediamo alle aziende idriche, in primis l’Acquedotto Pugliese e l’Acquedotto Lucano, di avviare un tavolo di concertazione con le associazioni dei consumatori, al fine di rivedere il prezzo dell’acqua, collegando alle reali esigenze della famiglia e degli utenti.