Animal Dream
Pasqua 2012
Galline. Allevamento in batteria vietato dal 1 gennaio 2012
Conosci le tue uova?
Tutti i giorni dell’anno ma soprattutto nei giorni delle festività pasquali sono consumate come tradizione vuole tantissime uova. Oggi il 90% delle uova in Italia è ottenuto da galline IMPRIGIONATE A “VITA” negli allevamenti in batteria, in gabbie di metallo, così PICCOLE DA NON RIUSCIRE NEANCHE A MUOVERE LE ALI, che dovrebbero essere eliminate o notevolmente ampliate e modificate a partire dal 2012, secondo quanto stabilito da una normativa dell’Unione Europea. Il percorso legislativo dell’Unione europea che ha portato al divieto in vigore da qualche mese è iniziato nel’99 con la Direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole. Tuttavia, sebbene siano trascorsi 12 anni, ben 11 Paesi su 27 si devono ancora adeguare. Tra i paesi ‘fuorilegge’ vi è anche l’Italia.
Come rivela un dossier della LAV, ogni anno sul territorio dell’Unione Europea vengono allevati oltre 400 milioni di galline ovaiole, circa il’68% delle quali sono rinchiuse nelle gabbie di batteria degli allevamenti intensivi.
In Italia il divieto interesserebbe ben 55 milioni di galline e 4970 allevamenti nazionali. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono tra i maggiori produttori.
La natura altamente restrittiva delle gabbie non modificate (gabbie in batteria) non permette alle galline di esprimere la maggior parte dei normali modelli di comportamento, come la ricerca del foraggio, la cova delle uova nei nidi, beccare sul terreno, distendere le ali. La mancata soddisfazione di tali primari bisogni provoca negli animali un alto grado di frustrazione e stress.
Gli allevamenti di galline in batteria sono dei luoghi infernali, dove gli animali vengono privati di tutti quei bisogni e piaceri irrinunciabili per ogni essere vivente. Negli allevamenti le galline vengono costrette a produrre uova come macchine, fino allo sfinimento.
In Italia, infatti, sono 40 milioni le galline costrette a vivere in queste condizioni.
Nelle mani del consumatore è però il potere di mettere fine a questa industria della sofferenza compiendo, al momento dell’acquisto, una scelta consapevole dal punto di vista etico e salutistico. È sufficiente una piccola attenzione in più nel momento in cui si scelgono le uova sugli scaffali dei supermercati.
Per poter identificare la provenienza delle uova è necessario leggere il codice impresso su ciascuna di esse. La prima cifra del codice è quella che indica da quale tipo di allevamento proviene l’uovo: ‘1’, ‘2’ e ‘3’ indicano rispettivamente allevamento all’aperto, allevamento a terra (che significa al chiuso, stipate nei capannoni), e allevamento in gabbia; lo ‘0’ indica invece l’allevamento biologico. Quindi il nostro consiglio è: NON ACQUISTATE UOVA CODICE 2 E 3
Le uova provenienti da allevamento in gabbia e allevamento a terra sono entrambe da evitare, perché in entrambi i casi le galline sono tenute in condizioni inaccettabili. Scegliendo invece le uova di un allevamento biologico abbiamo la garanzia che queste provengono da galline che hanno condotto una vita degna, in uno spazio all’aperto, nutrite con mangimi naturali e senza aver subito il taglio del becco ed altre atroci sofferenze.
Quali sostanze nutrizionali potranno mai fornire delle uova prodotte all’interno di veri e propri lager per animali?
Numerose ricerche hanno evidenziato un maggiore contenuto di acido folico e di vitamina B2 nelle uova provenienti da galline allevate all’aperto, rispetto a quelle ottenute in allevamenti intensivi.
Allora, per la salute e il rispetto del mondo animale, fai molta attenzione al codice riportato!
Un codice alfa numerico identifica ogni uovo:
il primo numero Indica la tipologia di allevamento
0 = biologico (1 gallina per 10 metri quadrati su terreno all’aperto, con vegetazione)
1 = all’aperto (1 gallina per 2,5 metri quadrati su terreno all’aperto, con vegetazione)
2 = a terra (7 galline per 1 metro quadrato su terreno COPERTO di PAGLIA 0 SABBIA) – CAPANNONI PRIVI DI FINESTRE e luce sempre accesa!
3 = IN GABBIA (25 GALLINE PER METRO QUADRATO IN POSATOI CHE OFFRONO 15 CM . PER GALLINA) – UNA SCATOLA Di SCARPE PER TUTTA LA LORO VITA
Le seconde due lettere indicano il paese di provenienza o codice dello stato (1T” Italia).
Le tre cifre successive indicano il codice ISTAT dei comune dove è ubicato l’allevamento e le due lettere vicine la provincia di produzione.
Un numero progressivo di tre cifre consente di identificare in modo univoco l’allevamento di provenienza in cui la gallina ha deposto l’uovo.
Può essere, inoltre, aggiunta una lettera (A..2) in coda al numero distintivo per l’identificazione dei singoli branchi di galline ovaiole o dei diversi locali dell’allevamento nei quali esse “soggiornano”.