AGNELLO DI DIO…SSINA
Lo scandaloso massacro delle pecore tarantine alla diossina, che si sta compiendo in questi giorni, grida vendetta da tutte le parti.
Chi paga non è il carnefice ma la vittima. E’ vero che in Italia siamo abituati a questo assioma, ma sinceramente quest’ingiustizia non è più tollerabile. Specialmente se a pagare sono gli innocenti, come le pecore sacrificate sull’altare del progresso e dell’inquinamento. O gli allevatori che restano disoccupati e in attesa dell’elemosina di Stato. O i morti e gli ammalati di tumore, che in provincia di Taranto risultano essere statisticamente i più numerosi in Italia!
E tutto questo per un impianto siderurgico nato nel posto più sbagliato del mondo! Un’industria che va spostata, o delocalizzata, come direbbero gli esperti, cosa di cui si è accorto anche il più idiota dei cretini!
Se si trovano i quattrini per le grandi opere sballate come la TAV, vuol dire che ci sono le risorse anche per spostare l’ILVA! Non è possibile assistere solo a piagnistei e commemorazioni ogni qualvolta questa fabbrica uccide lavoratori e cittadini inermi, occorre fare qualcosa!
Altrimenti avremo altre mille, centomila pecore da immolare, altri cento allevatori che restano senza lavoro, altre decine di vedove che piangono i mariti morti sul lavoro e chissà quanti consumatori ammalati di cancro!
E’ un’emergenza nazionale, e come tale va trattata! Sindaci, istituzioni, sindacati, associazioni, ambientalisti, animalisti e tutta la società civile dovrebbero fare fronte comune e attuare iniziative e manifestazioni, anche sotto i palazzi dei ministeri che contano, per giungere a questa soluzione:
VIA L’ILVA DA TARANTO!!!