GLI UTENTI E IL NUOVO PIANO SANITARIO
La Regione sta continuando con la campagna di ascolto per la stesura del nuovo Piano regionale della Salute.
La nostra associazione ha partecipato con le seguenti osservazioni e proposte, nell’ottica di una nuova politica della salute, che metta l’ammalato al centro di tutta l’attività sanitaria e si ponga come obiettivo l’ottimizzazione delle risorse finanziarie::
–Rapporti con utenti: questa stessa attività di concertazione avviata su base regionale si deve trasferire al livello di ogni azienda sanitaria, poiché la situazione odierna è di pressoché totale assenza di partecipazione degli utenti all’attività e alla politica aziendali, e questa mancanza di comunicazione e di concertazione è anche alla base dei numerosi “errori in corsia” (Castellaneta docet!), e dunque si propone che in ogni struttura sanitaria (ospedali ed uffici) vengano aperti uffici reclami degli utenti,
–Procedura di Conciliazione: è già prevista in alcune aziende per dirimere bonariamente le controversie, ma non vi è un’adeguata informazione; occorre far sapere ai cittadini che si può reclamare e che esiste tale procedura, se la risposta al reclamo sia insoddisfacente;
–Carta dei Servizi: va riscritta, poiché non è stata mai concordata con gli utenti, e vanno rivisti tutti gli standards di qualità;
–Bonus di rimborso: al cittadino insoddisfatto, che ha atteso troppo per avere una visita o è stato vittima di qualsiasi altro abuso, va garantito un bonus, così come ha fatto la Regione Toscana;
–Tempi di Attesa: va definito il tempo massimo di attesa, prevedendo anche il rimborso di cui sopra in caso di non ottemperanza;
–Ospedali: siamo nettamente contro le grandi strutture, gli “iperospedali”, dove si riesce a controllare meno e meglio non solo la qualità del servizio, ma anche la spesa; siamo invece per una ospedalizzazione diffusa su tutto il territorio, di cui possano beneficiare grandi e piccoli comuni, con una suddivisione dei reparti fra realtà locali;
–Ospedali come alberghi: sul recente esempio positivo dell’Inghilterra, si propone che le strutture sanitarie siano a “stelle”, proprio come gli hotels, con una giuria popolare formata dagli stessi ammalati, che sono chiamati ad esprimere un voto sulla stessa struttura, sulla base di una serie di indicatori della qualità del servizio;
–Ticket Pronto Soccorso: è assolutamente da abolire, poiché iniquo e antisociale, e le risorse per coprire lo stesso fabbisogno vanno ricercate nel taglio agli sprechi;
–Acquisto farmaci: la spesa farmaceutica pubblica va regolata tramite aste ed appalti avviati per via telematica, sulla base della quinquennale esperienza della Regione Umbria, che ha risparmiato il 40% (!) e tagliato del tutto i tickets (!!), poiché vi sono aziende farmaceutiche che producono farmaci molto meno costosi rispetto alle “majors”;
–Medicinali per consumatori: occorre fare una grande campagna d’informazione a favore dei farmaci equivalenti (o generici), in modo da far risparmiare risorse a consumatori e Regione;
–Medici generici: così come è stato fatto in Toscana, va garantito il loro servizio anche di sabato e di domenica, ovviamente tramite accordi con la categoria, in modo da decongestionare gli stessi Punti di Primo Intervento e le Guardie Mediche;
–Continuità tra livelli assistenziali: va assolutamente ridotto lo scollamento fra i vari livelli di assistenza al paziente (medici di base, poliambulatori, consultori, ospedali), soprattutto intervenendo con investimenti in tecnologia e mettendo “in rete” gli stessi livelli;
–Prevenzione: occorre far decollare seriamente il Piano Triennale della Prevenzione che, pur approvato a giugno 2005 con uno stanziamento di 30 milioni di euro all’anno, non ha dato molti risultati, soprattutto per quanto riguarda gli screening oncologici (mammella, cervice uterina, prostata, colon); è indispensabile se si vuol ridurre l’ospedalizzazione;
–Defibrillatori: si propone che vengano installati nelle farmacie, in modo da garantire un servizio continuo di salvavita ai soggetti colpiti da infarto.