CARO-CARBURANTI, IL FISCO FACCIA UN PASSO INDIETRO!
L’inflazione galoppante, il pieno all’auto che costa sempre di più, la spesa che è un’impresa. Mentre il governo pensa alla legge bloccaprocessi, piuttosto che ad una norma bloccaprezzi.
Questo il quadro di una situazione economica letteralmente impazzita, che sta mettendo alle corde i bilanci delle famiglie. E forse il peggio deve ancora arrivare, se è vero com’è vero che la crisi dei mutui americani irromperà in autunno anche in Europa.
Ci sono cose, però, che si possono fare subito, IMMEDIATAMENTE! E il buon esempio non può che partire dal governo e dalle sue entrate fiscali. Immaginiamo solo per un momento quanto ha incassato il fisco italiano, che pesa al 65% su ogni litro di carburante, sugli ultimi aumenti di benzina e gasolio, che in 2 mesi si sono impennati di circa 30 eurocentesimi al litro. Che fine hanno fatto e fanno questi inaspettati surplus di incassi?
E allora, è inutile riempire fiumi di parole e di articoli di giornali per descrivere la contingenza economica. Parole che servono solo a complicare furbescamente le cose per nascondere la verità. Che è una sola: lo Stato deve fare uno, due passi indietro, deve abbassare le tasse sui carburanti!
Avremmo due effetti immediati: la ripresa dei consumi e la riduzione dei prezzi di tutte le merci, dato che viaggiano tutte su gomma, e quindi aumentano all’aumentare del prezzo della benzina.
Inutile aggiungere che il fisco non ci perderebbe un centesimo, perchè il mancato introito sui carburanti sarebbe compensato dalle imposte pagate dai consumatori all’atto degli acquisti e da quelle versate in più dalle imprese, che finalmente vedrebbero comunque innalzarsi la curva degli incassi.
E’ una ricetta semplice, forse banale, ma è l’unica per uscire dall’impasse, anzi dal tracollo economico che ci sta vedendo tutti spettatori impotenti.