IL “TRIBUTO” ALLA RAI: LA VERITA’!
Finalmente, dopo la fatidica data del 31 gennaio, è finito il tam tam della pubblicità sul pagamento dell’altrettanto famigerato e impropriamente definito “canone RAI“.
Lo ripetiamo agli utenti che ancora non lo sanno, ma la tassa annuale che si paga a gennaio è un vero e proprio tributo che si paga non perchè si guardano i programmi RAI, ma perchè si è possessori di uno o più apparecchi televisivi.
Eppure sulla stessa RAI c’è stato un martellamento senza fine, un po’ diverso nella terminologia rispetto agli altri anni, proprio perchè le nostre denunce evidentemente sono riuscite a modificare gli spots pubblicitari: adesso si è parlato di “canone tv”, di “tributo”, ma alla fine lo spot era comunque firmato RAI! Una contraddizione bella e buona!
La verità e che l’80% delle risorse del canone vanno alla RAI, ma il restante 20% va ad emittenti private e a varie istituzioni che, a quanto pare, anche loro dovrebbero ringraziare tutti gli utenti in regola col pagamento.
A proposito di pagamento, diciamo ai consumatori che ancora fanno l’errore di disdettare il canone dicendo alla RAI “non ti guardo“, di non continuare a farlo, perchè incorrerebbero in sanzioni e rogne varie.
I modi per disfarsi del canone TV sono sempre e solo 2:
– suggellare il proprio televisore, alla presenza dei funzionari della RAI o della Guardia di Finanza, pagando anche un’ulteriore tassa di 10 euro;
– cedere il proprio apparecchio ad un altro, effettuando una raccomandata apposita, riferendo il numero di ruolo dell’abbonato al quale si è trasferita la propria tv.
Sempre a proposito di pagamento, è bene anche specificare che la sanzione minima prevista per chi paga fino al 29 febbraio 2012, ma anche la sanzione per chi va oltre tale data, è assolutamente evitabile, dato che per legge gli importi al di sotto dei 20 euro non possono trasformarsi in cartelle esattoriali. Pertanto consigliamo a chi non riesce a pagare nei termini di pagare solo la tassa dei 112 euro e basta. Anche perchè queste benedette sanzioni applicate sono “usura mascherata“: 5 euro su 112 euro per un mese di ritardo significano circa il 50% di interesse annuo! E quindi non pagarle, specialmente per chi è in ristrettezze economiche, diventa legittima difesa!
Ovviamente, tutte le nostre sedi sono a disposizione dei consumatori per l’espletamento di ogni tipo di pratica o di reclamo in tema.